Uso degli antibiotici in bambini e neonati
Gli antibiotici si possono impiegare con tranquillità nei lattanti? La risposta è sì.
Ma ciò non significa che se ne debba fare un uso eccessivo: sono i pediatri a stabilire quando servono, seguendo regole condivise: le “linee guida”.

Gli antibiotici sono il farmaco più usato durante l’infanzia, anche nei lattanti. Superano di gran lunga tutti gli altri e, da soli, rappresentano quasi la metà del totale di tutti farmaci usati in pediatria. Il momento in cui, nella vita di un bambino, si ha il più alto numero di prescrizioni di antibiotico è attorno l’anno di età. A cavallo di questa età, oltre 66 bambini su 100 hanno ricevuto, durante l’anno, una prescrizione di questo genere.
I motivi più comuni per cui vengono usati gli antibiotici nei bambini sono l’otite, infezioni delle vie respiratorie e di quelle urinarie.1
I genitori, quando viene prescritto l’uso di un antibiotico per il loro bambino hanno, in genere, un atteggiamento duplice:
- Alcuni genitori sono soddisfatti perché ritengono che attraverso l’antibiotico potranno curare il bambino malato in maniera rapida, superando così la sensazione di angoscia e impotenza che provano nel vederlo sofferente. Questo è il motivo per cui a volte sono i genitori a richiedere la prescrizione, anche quando le condizioni del bambino non sono tali da richiederne l’uso.
- Altri genitori sono preoccupati perché temono gli effetti collaterali e hanno timore, dando al proprio bambino l’antibiotico, di indebolirne le difese immunitarie e di renderlo più fragile ed esposto nei confronti delle malattie nel loro insieme.
L’uso degli antibiotici, per i bambini, è in realtà strettamente regolato dall’utilizzo delle specifiche linee guida. Si tratta di regole messe a punto da gruppi di studio che esaminano le ricerche, i dati, le esperienze della letteratura medico scientifica e stabiliscono quale sia il comportamento più corretto da tenere in caso di malattia. Attraverso una corretta interpretazione delle linee guida è possibile:2
Escludere che la malattia sia causata da un batterio e quindi non prescrivere l’antibiotico perché questo, se l’infezione non ha un’origine batterica, è inutile.
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Accertare che la malattia è causata da un batterio e quindi, in accordo con le linee guida, fare una prescrizione su misura per il bambino, tenendo conto delle sue condizioni di salute, dell’età, ma soprattutto del peso.
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Suggerire ai genitori una vigile attesa perché manca l’evidenza che la malattia sia di origine batterica. In questo caso è giusto attendere qualche giorno e monitorare come evolve la situazione, senza però prescrivere antibiotici, perché potrebbero essere inutili.
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